Una serata tranquilla!

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    i c o n by myrasis

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    - Inizia a Mauer Park!


    Berenice Stonem - narrato - parlato - pensato

    "Che figo, prima o poi voglio sentirti suonare la batteria, ok?" disse entusiasta Berenice al ragazzo. Poi lui le chiese se fosse mai andata a qualche concerto dei Tokio Hotel e lei strasorridente e battendo le mani rispose di sì "Si, un concerto per tourneè chiaramente, non me ne perdo neanche una! E' stato meraviglioso!" quella domanda le aveva fatto nascere un sorriso sul volto che andava da uno zigomo all'altro, poi Kai aggiunse di non essere mai stato ad un concerto "Oh, mi dispiace davvero!" rispose subito Berenice, "Spero che tu possa andarci al più presto perchè è una sensazione davvero meravigliosa! Oltre al concerto in sè per sè è meraviglioso poter vedere live i propri gruppi preferiti" spiegò, Berenice adorava i concerti erano alcuni dei momenti in cui lei riusciva a stare bene in mezzo alla folla. Quando raggiunsero Alxenderplatz Kai disse "Woow! La piazza la sera è ancora più bella che di giorno! Cavolo." e poi ancora "Penso di amare questa città! E dire che all'inizio non volevo nemmeno venirci." Berenice guardava la piazza come se fosse stata la cosa più bella mai vista in vita sua, amava la sua città. "Perchè non volevi venire qui a Berlino all'inizio?" chiese curiosa infine a Kai.

     
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    Kai Schneider - narrato - parlato - pensato - discorso altrui

    - Che figo, prima o poi voglio sentirti suonare la batteria, ok? - disse Berenice entusiasta. Il che fece rimanere di stucco Kai, erano in pochi ad apprezzare la batteria. - O..ok. Senz'altro. - disse Kai.
    Quando le chiese se fosse mai stata ad un concerto dei Tokio Hotel, il viso della ragazza si illuminò all'improvviso. Aveva toccato il punto giusto. Berenice rispose che non si perdeva nemmeno una tourneè e che andare ad un concerto era una sensazione meravigliosa. Quando Kai le disse che lui purtroppo non c'era mai riuscito il dispiacere sul viso di lei si vedeva. - Spero che tu possa andarci al più presto perchè è una sensazione davvero meravigliosa! Oltre al concerto in sè per sè è meraviglioso poter vedere live i propri gruppi preferiti - gli disse subito dopo. - Non ne dubito, ma per ora non c'è stata mai occasione. Chissà, magari più avanti. - le rispose sorridendo.
    La piazza era davvero uno spettacolo. Dopotutto tutta la città di Berlino era grandiosa.
    Guardandosi intorno Kai disse - E dire che all'inizio non volevo nemmeno venirci. -un'affermazione che disse senza pensare. La vista di quella piazza così viva era spettacolare.
    Alla fine, curiosa, la ragazza gli chiese - Perchè non volevi venire qui a Berlino all'inizio? -
    La domanda lo colpì alla sprovvista, come la sua frase. Non era prevista.
    Kai guardò Berenice - Non volevo venirci, non perchè non mi piaccia la città, ma perchè a Salisburgo avevo tutto. - le disse tornando a guardasi attorno. Ora gli stava riafforando alla mente la morte del padre. Poi continuò a parlare - Salisburgo è stata la mia casa per diciannove anni, ma tutto crollò a pezzi il giorno prima del mio diciannovesimo compleanno. Lasciare la città, gli amici, un posto all'università, per trasferirsi in una città enorme, che non si conosce, è una sottospecie di trauma. O almeno così io l'ho vissuto. disse continuando a camminare - Ma in questi cinque mesi qualcosa è cambiato. Gli amici che avevo a Salisburgo, ormai hanno la loro vita, ed io essendo troppo distante non posso farne parte. Forse per questo cercavo in tutti i modi di rovinare i progetti a mia madre. Una cosa orribile, a pensarci ora, ma il cambio è stato abbastanza grosso. Invece nell'ultimo mese, mi sono accorto di quanto riesca a vivere bene qui. Ormai comincio ad ambientarmi e, sinceramente, anche senza amici, si riesce a sopravvivere. - disse.
    "Che discorsi tristi e noiosi, spero di non averla annoiata, con la mia monotona vita." pensò.
    - Spero di non averti annoiata con questa lunga spiegazione. Sperando sia stata abbastanza comprensibile, ma io e le parole non andiamo d'accordo. - le chiese, sorridendo dopo aver finito la frase.
    - Però, sono veramente stanco di camminare, mi sembra di aver camminato chilometri. Ti va se ci sediamo da qualche parte? - le chiese sorridendo.


     
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    Berenice Stonem - narrato - parlato - pensato

    Kai le raccontò in brave il suo trasferimento a Berlino, che lo aveva un po' sconvolto, e Berenice era lì che lo ascoltava sentendosi anche un po' in colpa per avergli fatto tornare alla mente brutti ricordi della sua vita con una stupida domanda. Si guardava le punta dei piedi mordendosi il labbro inferiore con la voglia di prendere a testate qualcosa e quello che la infastidiva ancora più era che non era in grado di gestire situazione del genere, non sapeva cosa dire, come consolare una persone, se consolarla oppure cercare di sdrammatizzare. Situazione del genere le mandavano in pappa il cervello. Per fortuna un attimo dopo Kai le chiese se potevano andare a sedersi così Berenice rispose subito di sì "Certo, andiamo a cercare una panchina libera, prima che le nostre gambe ci abbandonino qui!" sorrise al ragazzo e s'incamminarono in cerca di un posticino dove sedersi. Quando lo trovarono Berenice si lasciò cadere, era molto stanca anche lei e le sue gambe non resistevano più. Tirò fuori dalla borsa il pacchetto di sigarette, ne prese una e ne offrì una al ragazzo come per farsi perdonare per quello che era successo un attimo prima.

     
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    Kai Schneider - narrato - parlato - pensato - discorso altrui

    L'atmosfera calda e viva di Alexanderplatz era rigenerante.
    L'aria era frizzante.
    Dopo averle raccontato la storia della sua vita, il meno noiosamente possibile, le chiese se potevano sedersi da qualche parte. In un secondo la ragazza rispose affermativamente, cercando una panchina libera.
    Camminarono ancora per poco, Berenice aveva una vista di falco, anche con una marea di gente, riuscì a trovare una panchina libera, probabilmente l'ultima.
    Kai era stanchissimo, si sedette sulla panchina, felice di potersi nuovamente sedere e si stiracchiò.
    La ragazza si sedette tranquillamente, ma era stanca anche lei, sicuramente. Tirò fuori dalla sua borsa il pacchetto di sigarette e ne offrì una a Kai. - Oh, grazie. - disse sorridente Kai prendendo la sigaretta.
    L'accese e, dopo aver fatto una tirata, si sentiva sicuramente meglio. "Finalmente seduto.. che stanchezza."
    Anche se Alexanderplatz era molto illuminata, si riusciva ad intravedere il cielo stellato. Si vedeva poco, ma si vedeva. Era effettivamente una serata tranquilla.
    C'era silenzio. La piazza brulicava di persone, ma tra loro sembrava esserci il silenzio.
    - Ti ha annoiato la storia del trasferimento? Sinceramente, non mi ricordavo una vita così noiosa. - disse scoppiando a ridere.
    - Però sono felice di una cosa. Finalmente mi hai fatto una domanda. Prima ero solo io quello che chiedeva le cose. - disse sorridendo verso Berenice.
    Fece un'altra tirata. Si sedette più normalmente, appoggiando i gomiti sulle ginocchia e la testa sulle mani, come un pensatore, continuando a guardarsi attorno.
    - Davvero una bellissima città. - disse con voce più bassa, mentre la sigaretta si consumava lentamente.


     
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    Berenice Stonem - narrato - parlato - pensato

    Berenice s'accese la sigaretta e poi incrociò le gambe sulla panchina e ci appoggiò le braccia. Kai le chiese se l'avesse annoiata con la storia del suo trasferimento e lei rispose subito scuotendo la testa "Ma che dici? No che non mi hai annoiata! E fidati la mia vita è più noiosa di quanto immagini!" poi aggiunse "Vivrò anche a Berlino ma io sono una persona noiosa di mio, quindi lo è anche la mia vita!", scherzò un po'. Kai infine disse sorridendo "Però sono felice di una cosa. Finalmente mi hai fatto una domanda. Prima ero solo io quello che chiedeva le cose." Berenice si strinse nelle spalle arrossendo come un peperone e facendo un sorrisino imbarazzato, avrebbe tanto voluto sprofondare, fare un buco nella panchina e poi ancora sul cemento e sotterrarsi lì sotto. Infine anche Kai al suo fianco si stiracchiò e si mise comodo, appoggiò i gomiti sulle ginocchia e poi il viso tra le mani. Berenice osservò il profilo del ragazzo con la coda dell'occhio, non era ancora riuscita a farsi un'idea chiara di lui.

     
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    Kai Schneider - narrato - parlato - pensato - discorso altrui

    Quando Kai le chiese se l'avesse annoiata, Berenice rispose prontamente di no. Poi aggiunse - Vivrò anche a Berlino ma io sono una persona noiosa di mio, quindi lo è anche la mia vita! -
    - Davvero? Non immaginavo. Non mi sembri per niente una persona noiosa, anzi. - le rispose Kai.
    Dopo poco Kai le disse che era felice, perchè finalmente anche lei le aveva fatto qualche domanda. Al che la ragazza si zittì. Sembrava un ricco.
    Kai la guardò un attimo. Lei era rossa come un pomodoro e faceva un sorrisino imbarazzato. Kai distolse subito lo sguardo, anche lui imbarazzato.
    Poi ridacchiò un secondo. - Scusa. Non prenderla come una presa in giro o cosa. Ma così sei ancora più carina. - le disse.
    Su quella panchina non riusciva a stare comodo. Si sistemò meglio, con un gomito sulla ginocchia e il pugno sotto al mento, mentre con l'altra mano teneva la sigaretta, quasi finita.
    - Sai, anche se ci conosciamo solo da questo pomeriggio, mi sembra di conoscerti da una vita, anche se non so praticamente nulla su di te. - disse Kai sorridendo.
    Non sapeva più che dire o cosa chiedere, aveva come una sorta di paura di chiedere la cosa sbagliata.
    - Sai perchè mi sono trasferito qui? - disse infine Kai, continuando a guardare davanti a sè - Da piccolo ho visitato la città. Anche se ero piccolo, mi sembra 7 anni o giù di lì, mi è rimasta impressa. Avevo il pallino e tormentavo mio padre per venir a vivere qua. Ma, ora che ci penso, dopo la sua morte non volevo più tornarci, perchè la città me l'avrebbe fatto ricordare. Ecco un altro motivo della mia riluttanza iniziale al trasferimento. - disse - A pensarci ora è un comportamento da bambini. Cosa che penso ancora di essere.. in fondo. - disse Kai sorridendo.
    - Ma basta parlare di me. - esordì. - Perchè non parliamo un po' di te? Non ci credo che la tua vita è noiosa. - le disse con un accenno di sorriso.


     
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    Kai le disse che non sembrava una persona noiosa ed aggiunse che rossa come un pomodoro per l'imbarazzo sembrava ancora più carina così Berenice sentì la faccia in fiamme ancora più di prima, portò le gambe al petto e le strinse tra le braccia. Non rispose ai complimenti ma si limitò a sorridere sempre più sotto i baffi cercando di nascondersi dietro le sue ginocchia. Poi Kai le disse di sua spontanea volontà il motivo, forse quello più vero, del perchè all'inizio non voleva venire a vivere a Berlino e riguardava la morte di suo padre. Le disse "Da piccolo ho visitato la città. Anche se ero piccolo, mi sembra 7 anni o giù di lì, mi è rimasta impressa. Avevo il pallino e tormentavo mio padre per venir a vivere qua. Ma, ora che ci penso, dopo la sua morte non volevo più tornarci, perchè la città me l'avrebbe fatto ricordare. Ecco un altro motivo della mia riluttanza iniziale al trasferimento." Berenice lo ascoltava in silenzio provando dispiacere e allo stesso tempo tenerezza per quel ragazzo. "Oh mi dispiace." rispose Berenice con un filo di voce "Davvero, non avrei mai immaginato.." lasciò la frase appesa, non sapeva come continuarla, come poterlo consolare o se avesse bisogno di qualcuno che lo consolava. Situazioni del genere la mandavano in tilt. Poi così di punto in bianco Kai cambiò discorso e decise di tornare a parlare di lei e della sua vita. "Di me? Davvero non saprei cosa dirti, ho una vita normalissima io." disse Berenice guardandolo negli occhi, e per la prima volta si accorse di quanto belli e profondi fossero.

     
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    Dopo averle raccontato il vero motivo del suo trasferimento, ci fu un piccolo silenzio. - Oh mi dispiace. Davvero, non avrei mai immaginato.. - disse la ragazza, non finendo la frase. Kai si girò verso di lei. - No, certo, non potevi immaginare, ma tranquilla. - le disse sorridendo - Di solito non ne parlo.. Ma farlo ora mi ha fatto sentire meglio. - "O forse era meglio evitare l'argomento." pensò.
    Ci fu un altro silenzio. - Spero di non averti messo a disagio parlando del trasferimento.. o della morte di mio padre.. Cioè, non vorrei averti messo a disagio e... - disse senza finire la frase, sempre guardando Berenice. - No, niente lascia stare. - disse un po' imbarazzato.
    Quando lui le chiese di parlare un po' di sè, la ragazza rispose che non aveva la minima idea di cosa parlare e che aveva una vita normalissima. Gli disse guardandolo negli occhi. - Davvero? Anche la mia vita è normalissima, ma ora sai abbastanza cose di me. Mentre io non so praticamente nulla di te. E mi piacerebbe sapere qualcosa di più. - le disse, anch'egli guardandola negli occhi. - Cioè, mi piacerebbe conoscerti meglio. -
    "Si ok, ora sembrerò un idiota." pensò grattandosi la nuca e sorridendo le disse - Spero di non esser troppo insistente però, perchè se ti da fastidio, dimmelo pure che la smetto. -


     
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    Kai si scusò con lei per aver parlato del suo trasferimento e della morte di suo padre "Nono!" rispose subito Berenice "Scusa tu se non sono di grande aiuto!" disse vergognandosi un po', si sentiva proprio una deficente. Poi Kai le disse che avrebbe voluto sapere qualcosa in più di lei, che le sarebbe piaciuto conoscerla, ma poi mise subito le mani avanti dicendo che non voleva essere troppo invadente. Berenice sorrise portandosi una ciocca di capelli dietro l'orecchio. "Non è che sei insistente o che.. è che propro non so cosa dirti!" spiegò "Ho pochissimi amici, sono figlia unica e il mio migliore amico forse è il mio cane" sorrise, si sentiva una sciocca. L'unica cosa che le piaceva della sua vita era quella città, ma caratterialmente se avesse potuto avrebbe cambiato tutto. "Ma se vuoi sapere qualcos'altro, basta chiedere, proverò a darti una risposta!" gli sorrise.

     
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    Kai Schneider - narrato - parlato - pensato - discorso altrui

    Quando lui si scusò di aver parlato di argomenti non proprio felice, la ragazza si scusò per non essere d'aiuto in qualche modo. - Tranquilla. In certe occasioni non serve cercare di far qualcosa, a volte basta solo saper ascoltare. - le disse sorridendo.
    Quando Kai le disse che gli sarebbe piaciuto sapere qualcosa in più su di lei, Berenice rispose che non c'era tanto da sapere, era figlia unica, aveva pochi amici ed il suo migliore amico forse era il suo cane. Kai l'ascoltava interessato, poi disse - Beh, dai, il tuo cane mi sembra il migliore amico che si possa avere. - tornando a guardare la piazza affollata disse - Io invece ho un fratello più grande e una madre iperprotettiva. Lavoro, ma vorrei tanto tornare a studiare. -
    Veramente non sapeva cosa chiedere, non ne aveva la minima idea.
    - Vediamo. Il tuo posto preferito qui in città? Oppure, sei stata in qualche altra città? O non so.. Il tuo genere di libro preferito? Ti piace il cinema? - le chiese tutto d'un botto.
    Domande molto banali, ma in quel momento erano le uniche che gli erano venute in mente.


     
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    Berenice Stonem - narrato - parlato - pensato

    Kai le disse che aveva un fratello più grande, una madre iperprotettiva e che lavorava, anche se avrebbe preferito tornare a studiare. Poi le fece un sacco di domande a raffica "Vediamo. Il tuo posto preferito qui in città? Oppure, sei stata in qualche altra città? O non so.. Il tuo genere di libro preferito? Ti piace il cinema?" Berenice si mise a ridere "Ehi calma, calma!" scherzò poi ci pensò su portandosi la mano al mento "Aallora, di Berlino non ho un posto preciso che mi piace tra Mauer Park, lo Zoo e i Musei li amo tutti." Si grattò la nuca "Mi piacerebbe poter visitare tutto il mondo, anche i posti più remoti, ma per ora sono stata a Londra, Parigi, Santiago di Compostela emm mi sembra basta" spiegò, avrebbe voluto che la sua lista fosse diecimila volte più lunga. "Il cinema diciamo che mi piace ma ci vado poche volte e di genere di libri non ne ho uno preferito però posso diti che il mio libro preferito è senza ombra di dubbio Harry Potter!" fece un sorriso che le andava da una tempia all'altra, le piaceva sognare, lo faceva appena poteva. Se era in giro con amici e per un attimo si trovata fuori da una conversazione bam era dall'altro lato del mondo e Harry Potter le aveva sicuramente insegnato a farlo sin da quando era bambina. "Parlami invece dei tuoi gusti, sia di libri che di film, che di quello che ti pare!" gli propose sorridendo.

     
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  12. säde
     
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    Kai le fece domande a raffica. - Ehi calma, calma! - disse Berenice ridendo, poi rispose alle domande. In città, non aveva un posto preciso che preferiva, amava Mauer Park, i Musei e lo Zoo allo stesso modo. Disse che le sarebbe piaciuto visitare tutto il mondo, ma che per ora si era fermata a Londra, Parigi e Santiago. - Oh Parigi, bella città. Eh Londra, dovrei andarci, solo per i musei. A Santiago non ci sono mai stato e penso che non ci andrò mai. - disse Kai, per poi tornare ad ascoltare Berenice interessato.
    La ragazza non andava spesso al cinema, ma le piaceva, mentre per i libri, non aveva un genere preferito, ma amava molto la saga di Harry Potter. Mentre diceva che Harry Potter era la sua saga preferita, le spuntò un grandissimo sorriso. Un sorriso così spontaneo e così bello, era difficile trovarlo. Era ipnotizzante.
    - Parlami invece dei tuoi gusti, sia di libri che di film, che di quello che ti pare! - disse Berenice. Kai si girò verso la ragazza pensoso. - Di quello che mi pare, eh? Libri, film.. vediamo. - disse grattandosi il mento. - Allora, il mio scrittore preferito in assoluto è Stephen King, mio fratello mi ha contagiato con l'horror. Quell'uomo è un genio. - disse ridendo.
    Si stiracchiò un po'. La stanchezza si faceva sentire. - Ma piace molto anche a me Harry Potter. Il genere fantasy non è il mio genere, ma con Harry Potter è diverso. Mi è piaciuto subito e lo rileggerei sempre. - a Kai piaceva svolazzare con la fantasia, ma molte volte rimaneva con i piedi per terra. Si sistemò il cappellino, quasi imbarazzato. Non era facile. Aveva così tante cose che gli piacevano. - Ah si, per il film. Ho una passione per il cinema. Ci andrei anche ogni giorno. Adoro i film catastrofici e post apocalittici. Mi piacciono molto anche gli splatter o i demenziali. I miei gusti in fatto di film spaziano a quasi tutti i generi. Qualche volta a Salisburgo facevano la fiera del cinema muto e sui film degli anni 30. Amo quei generi di film. - parlando della sua passione per il cinema, il viso gli illuminò all'improvviso, con un gran sorriso continuava a parlare dei vari film, della fiera, dei registi. - Uno dei miei registi preferiti è sicuramente Spielberg. Amo i suoi dinosauri. Ma anche Cameron non è male oppure Kubrik o Lynch. Il primo Jurassic Park l'avevo visto al cinema con mio padre. Era la prima volta che andavo a vedere un film con mio padre. - disse rabbuiandosi un po'. Alla fine i suoi discorsi finivano quasi sempre lì. La serata era ancora lunga e stare fermi in piazza, dopo un po' poteva essere noioso.
    - Se non sei stanca, ti va se prendiamo qualcosa al bar? - le chiese - Ho giusto un po' di sete.. - disse sorridendo.


     
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    Berenice Stonem - narrato - parlato - pensato

    Kai le elencò i suoi gusti in fatto di libri e film e lei si mise a ridere "Abbiamo gusti totalmente diversi!" continuò a ridere e poi spiegò "Odio l'horror, mi terrorizza tantissimo e odio i film catastrofici" si portò una ciocca di capelli dietro l'orecchio "Il mondo va gia abbastanza a pu****e da sola, non credo che servano a molto i film catastrofici!" spiegò il suo punto di vista, c'era gente che moriva ogni giorno, non bastavano quelle morti? Perchè inventarsene altre? "E poi odio i film demensiali, non so perchè ma non mi fanno ridere granchè!" sorrise imbarazzata. Poi Kai le chiese se le andava di andare al bar. Si tirò in piedi stiracchiandosi bene, "Si va bene, mi sono rotta di stare seduta!" gli sorrise.

     
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  14. säde
     
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    Kai Schneider - narrato - parlato - pensato - discorso altrui

    Kai e Berenice avevano i gusti totalmente differenti, sia in fatto di libri che in fatto di film. Lei odiava l'horror e i film catastrofici, non capiva il perchè di questi film. Perchè fare film su morti e distruzione quando già nella realtà ciò accadeva? - Oh.. non avevo mai pensato a quest'aspetto.. - disse Kai grattandosi la nuca e guardandosi i piedi.
    Alla ragazza non piacevano nemmeno i film demenziali, non la facevano ridere granchè. Kai sorrise, era strano conoscere qualcuno a cui non facessero ridere i film demenziali. Tutti i suoi amici adoravano quel genere.
    Quando le chiese se avesse voglia di andare a prendere qualcosa al bar, lei fu d'accordo e , stiracchiandosi si alzò. Anche lei era stufa di stare seduta.
    Si incamminarono per la piazza, ancora piena di gente. Dopotutto la sera era il ritrovo di molte persone.
    Non fecero molta strada che si trovarono il bar davanti. Non c'era moltissima gente, così entrarono. La strada per il bancone era libera, per fortuna.
    Si avvicinarono e aspettarono il barista. - Cosa vuoi bere? - le chiese cercando di sedersi su quei maledetti sgabelli, senza molto successo. Odiava quei sgabelli scomodi dei bar,

     
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    Berenice Stonem - narrato - parlato - pensato

    Kai ammise che non ci aveva mai pensato alla motivazione che lei aveva dato riguardo al suo odiare i film catastrofici e lei sorrise "Forse sono io che mi faccio troppe pippe per tutto, senza godermi le cose." ridacciò e pensò che questo era decisamente uno dei lati peggiori del suo carattere. Quando si alzarono dalla panchina, si diressero verso il bar più vicino a loro che si trovava ad Alexanderplatz. Non c'era molta gente e si diressero verso il bancone senza tanti problemi. Quando furono lì Berenice fece un saltino per sedersi su uno degli sgabelli e Kai le chiese cosa volesse da bere "Va bene anche una birra, grazie." lo ringraziò sorridendo. Quando Kai ordinò, il barista in men che non si dica li servì.



    Edited by imreadytoheal - 2/12/2012, 17:41
     
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