Pazzo divertimento!

George Craig - narrato - parlato - pensato

Guardò l'orologio, era maledettamente in ritardo, ma il suo coinquilino aveva lasciato le chiavi a casa e non poteva partire e lasciarlo lì fuori tutta la sera. Così quando arrivò gli lanciò le chiavi e senza degnarlo di uno sguardo volò giù per le scale ed uscì dal palazzo. Raggiunse la metropolitana ed entrò per un pelo tra le porte prima che queste si chiudessero e prima che rischiasse di dover aspettare altri dieci minuti la metro successiva. Si ricompose stirandosi per bene la maglietta e i pantaloni, poi portò una mano tra i capelli arruffandosi ancora di più i ricci. Quando la metro di fermo sgattaiolò via tra le gente pestando quà e là qualche piede, ma senza curarsene. Corse più forte che poteva e finalmente raggiunse il lunapark. Si fermò per un attimo appoggiando entrambe le mani sulle ginocchia riprendendo fiato "devo smettere assolutamente di fumare" pensò, ma lo diceva sempre e non lo faceva mai. Si tirò su, sospirò e poi si diresse da lei. Era girata di lato e lui la guardò per un attimo, era bellissima ed era sua. Si avvicinò pian piano e le si mise accanto con le mani dietro la schiena "Sta aspettando qualcuno, signorina?" le chiese, con un tono che gli ricordava molto quello dei maggiordomi dei film inglesi.

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Appena parlò, Regen si girò verso di lui e con finta voce seria, come quella che George aveva fatto poco prima, disse "siete in ritardo signore...! e poi sorridendo aggiunse "ma nonostante ciò sono felice di rivederla!". Gli si buttò fra le braccia e George la strinse baciandole la testa "Sono veramente addolorato Milady, ma non era mia intenzione arrivare con così tanto ritardo!" si staccò da lei e la guardò in cagnesco "Spero potrà perdonarmi!". Le si mise di nuovo a fianco e tirò su il braccio aspettando che lei ci poggiasse sopra il suo e poi si diressero verso il bigliettaio del lunapark. George pagò per entrambi, raggiunsero i cancelli e poi con un bell'inchino disse "Prima le signore!" seguì infine con un gesto della mano per farla entrare e la seguì.

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Entrarono nel parco, in mezzo alla folla e al caos più totale. "Bene, non ne ho la più pallida idea!" disse ironicamente. Si guardò un pò attorno "Ho sete" disse, guardò ancora un pò in giro in cerca di un posto dove andare a comprarsi una birra e ci si diresse "Il piano sarò questo, prendiamo una birra, fumiamo una sigaretta e poi andiamo alla prima giostra che ci troviamo davanti, ti sta?" era l'unica cosa che, così su due piedi, gli era venuta in mente.

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Regen gli indicò un chiosco e ce lo trascinò per un braccio dove lei pagò una bottiglia di birra per tutti e due. La fulminò con lo sguardò "La prossima volta che ci riprovi te lo mangio quel portafogli, capito?" la minacciò u-ù Poi Regen le chiese se gli piacevano gli specchi, si voltò a guardare a cosa Regen si riferisse. "Casa degli specchi eh!" disse osservando attentamente il posto "Ci può stare." acconsentì prendendo la bottiglia di birra dalle mani di Regen e bevendone un goccio, poi si accese una sigaretta.

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Finì la sigaretta e la buttò a terra spegnendola con la punta del piede, poi prese Regen sotto braccio e la trascinò verso la casa degli specchi. La ragazza entrò per prima e gli disse "George meglio che non entri ahahah" così, detto fatto, George entrò subito nella casa. La sua figura si sformò tutta e lo fece diventare grande come quella sotto specie di palla che sta ad Alexanderplatz. Scoppiò a ridere osservando le due gigantesche figure davanti a loro. Si spostò leggermente di lato e la sua figura diventò minuscola e così cominciò a saltellare di quà e di là osservando la sua immagine impazzire tra gli specchi.

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Regen cominciò a saltellare insieme a lui, quando lui in silenzio si nascose dietro a qualche specchio. In realtà aveva paura che non sarebbe più riuscito a trovarla là in mezzo ma provò lo stesso. Così si nascose, ansimando ancora per i saltelli di poco prima, quando sentì Regen chiamarlo. Soffocò una risatina, aspettò che si avvicinasse ancora di più a lui e poi le sbucò alle spalle, facendole prendere un colpo. La abbracciò da dietro mordendole delicatamente una guancia.

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Regen lo rimproverò e lui fece gli occhi dolci chiededogli scusa, poi la prese per mano ed uscirono dalla casa degli specchi. Regen gli chiese se sapeva sparare e lui le rispose "Cara mia, sono un tiratore nato io!" anche se sapeva che, anche se non era proprio negato, non era comunque neanche tanto bravo. Si diressero comunque verso lo stand del tiro al bersaglio. Tutto attorno ed in alto allo stand erano appesi una gran quantità di peluche. Si fermò lì davanti e si rivolse a Regen "Quale vuoi?" mentre aspettava una risposta iniziò a studiarsi per bene lo stand e come fare per poter beccare le lattine di bibite tutte mezze distrutte li appoggiate.