Un appuntamento elettrizzante.

Berenice Stonem - narrato - parlato - pensato

Il sole filtrava tra le tende della finestra e arrivava dritto dritto sul viso di Berenice a disturbarle il sonno. Si rigirò nel letto e lo fece ancora e ancora, finchè non ficcò la testa sotto al cuscino. Era sicura che quella notte avesse sognato il ragazzo conosciuto la sera precedente, Tom. Ogni volta che chiudeva gli occhi si ritrovava davanti quelli nocciola del ragazzo e non sapeva se la cosa la disturbasse oppure le facesse piacere. Max saltò sul letto di Berenice che si sentì affondare nel materasso, quel cane stava crescendo sempre di più. Le si avvicinò alla faccia e gliela leccò come per darle il Buongiorno. Berenice, senza tirarsi su, allungò una mano e gli accarezzò il testone "Buongiorno bello di mamma!" lo salutò infine. Fu in quel momento che sentì il telefono suonare. Lanciò qualche imprecazione verso chi la disturbava, oltre al sole e al suo cane, a quell'ora di mattina. Distese l'altra mano verso il comodino, cercò a tastoni il cellulare e lo prese. Guardò sul display che recitava la scritta "Tom", Berenice ebbe un colpo al cuore. Sentì la mano tremare mentre accettava la chiamata e la portava all'orecchio. "P-pronto?" fece, la sua voce tremava quanto le sue mani.

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Quando Tom parlò e Berenice sentì la sua voce giurò tra se e se di ricordarsela meno profonda, morbida e confortevole. "Ma sei sempre così mattiniero?" gli domandò come per lamentarsi cercando di far spostare il suo cane col culo e rigirandosi nel letto. "Comunque, no sono libera.." sorrise tra se e se ".. Perchè, hai intenzione di propormi qualcosa?" la risposta era ovvia, altrimenti non glielo avrebbe chiesto, anzi non l'avrebbe nemmeno chiamata! Ma Berenice lo chiese lo stesso, per sicurezza, onde evitare eventuali figure di merda.

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Tom le disse di trovarsi davanti allo zoo con il suo cane e le chiese di raggiungerlo. Max cominciò col naso a rovistare tra le mani di Berenice cercando di farla alzare "Okok, ma falla finita!" gli disse tirando indietro la mano "Aspetta un momento!" sbuffò annoiata poi si rivolse a Tom "Scusa ma ce l'avevo con Max! Comunque si tanto c'è anche lui a mettermi pressing per uscire e sì, però dovrai aspettarmi un pò!" spiegò a Tom mentre si alzava dal letto e cominciava a spogliarsi dal pigiama "Aspettami lì e non ti muovere!" lo avvisò, poi chiuse la chiamata. Si sfilò il pigiama ed aprì l'armadio. Prese il primo paio di jeans che trovò e se lo infilò poi guardò tra le maglie. Prese una canottiera bianca, con le maniche decisamente scollate che lasciavano intravedere il reggiseno, decorata con degli scarabocchi e s'infilò una felpa con la zip. Dopo essersi anche truccata prese la borsa, mise il guinsaglio a Max ed uscì di casa. Raggiunse la metropolitana e in una mezz'ora raggiunse Tom all'entrata dello zoo.

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Salì le scale della metropolitana ed arrivò in strada. Non aveva avuto tempo nè di mangiare qualcosa nè di fumarsi una sigaretta. Tra le due cose scelse una sigaretta, le serviva per scaricare la tensione, al cibo ci avrebbe pensato poi. Così se ne accese una e con Max sempre al suo fianco raggiunse Tom. Con la luce del sole mattutino era ancora più bello. Lo guardò negli occhi e accennò un sorriso. Quando gli fu vicino Max era già pronto a controllare che nè lui nè il suo amico fossero nessuno di pericoloso per la sua padrona.

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Si andarono incontro ma non si salutaorno con abbracci, baci o altro, rimasero solo lì uno accanto all'altra. Lui sorrideva ed era bellissimo e lei si sentiva così in imbarazzo. Divorò la sua sigaretta e la buttò a terra spegnendola con la punta del piede, poi rispose a Tom "Oh tranquillo, tanto mi era appena venuta a svegliare Max!" lo tranquillizzò facendo una smorfia con la bocca. "Allora, zoo?" chiese Berenice indicandone l'entrata.

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Si unirono alla fila per i biglietti per lo zoo e Tom disse che al suo cane piaceva vedere anche gli altri animali. Berenice guardò Max con sguardo dolce, come se stesse guardando un figlio "Max è semplicemente curioso e non gli importa dove si va, l'importante è che ci si muova e si esca da casa!" quel cane-lupo era un pò come lei, E' proprio vero che i cani rispecchiano i padroni! pensò Berenice. Guardò Tom accarezzare la testa al suo Max, poi Berenice si chinò e prese tra le mani il muso del suo cane che gli leccò il naso. Sorrise beata, poi toccò a loro alla cassa.

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Tom pagò il biglietto per lo zoo anche per lei e per questo Berenice gli tenne il broncio per un pò, non amava quando la gente provava a fare il cavaliere con lei, ma oramai era troppo tardi e Tom le aveva già pagato quel biglietto. Lo zoo era belllissimo come sempre e per fortuna che quella mattina c'era anche il sole. Appena l'entrata si poteva vedere una via alberata molto bella con delle panchine sistemate in ordine sui lati. Il primo recinto era sulla loro sinistra e all'interno c'era un gruppo di animali simili a gazzelle e cerbiatti messi insieme x)